Già durante le fasi più critiche dell'emergenza Covid, quando ancora non era stato nominato Presidente dell'AIFA, il virologo Giorgio Palù vendeva ai giornali le proprie opinioni personali per fatti comprovati, del tutto incurante del fatto che fossero sciocchezze. La nomina alla presidenza ha solo peggiorato la situazione.

Fino all'estate scorsa, infatti, Palù minimizzava i rischi associati alla circolazione del Covid, affermando che all'aumentare della trasmissibilità nei virus segue necessariamente una riduzione della virulenza. E non è vero. Un altro esempio risale solo a qualche giorno fa: in un'intervista per Libero (Libero), Palù ha dichiarato che definire il vino cancerogeno sarebbe troppo "politicamente corretto" e che bisognerebbe invece adottare un approccio "olistico" per considerare anche i benefici. Addirittura, ha paragonato "l'allarmismo" (dire la verità) alla "disinformazione no-vax".

Considerato questo genere di affermazioni ed un generale invito alla "moderazione", non sorprende che Palù (così come Bassetti) sia ripreso da giornalacci come Libero quale esempio di saggio equilibrato, mentre dagli stessi l'immunologa Antonella Viola è ritratta come una persona che "si scaglia" o "conduce una crociata" contro il vino. Eppure, quest'ultima non fa altro che riportare un fatto, cioè che l'etanolo è cancerogeno (ergo lo sono il gin, il grappino, ma pure la birra e il vino).

Non contento dei danni in ambito comunicativo, oggi ritroviamo Palù pronto a forzare gli apparati decisionali di AIFA per impedire l'accesso gratuito alla contraccezione. Qui il giornalista scientifico Andrea Capocci fa il punto della situazione in maniera sintetica e completa.