Ancora un invito a finirla col voto utile
Sto seguendo la campagna elettorale come al solito, ma non sento d'avere energie a sufficienza per commentare ogni cosa; né, ad essere onesti, mi ritrovo ad averne la voglia, anche perché di uscite assurde se ne sentono parecchie.
Forse proietterò, forse si tratta della mia bolla o — ancora — forse è l'influenza delle temperature estive, ma pure intorno a me percepisco un diffuso disinteresse per le idiozie, anche per le più clamorose; mi sto impegnando ad evitare i flame ed a lasciare ai giornali le noiose e ridondanti cronache politiche; la linea guida è limitarsi, semmai, a fotografare e mostrare agli amici le piccole impronte sulla sabbia, cioè i dettagli che reputo significativi ma temo possano passare altrimenti del tutto inosservati.
Nelle puntate precedenti§
Volendo riassumere quanto accaduto finora in questa (pure letteralmente) accalorata campagna elettorale:
- Il PD ha cercato di formare alleanze tra i liberali prima che a sinistra, anche a costo di regalare immotivatamente seggi a Calenda; dopo avere assistito inerme al fallimento di questa pur già fallimentare strategia, ha ripiegato su Sinistra Italiana, Possibile e Verdi, ma continuando ad inseguire la destra sui propri temi.
- L'impetuoso viraggio dei 5S da partito-("NooO siamo un Movimento!1!") ed antisistema a partito del compromesso e della responsabilità prosegue speditamente sotto la guida di Conte (e faccio riferimento alla sua reincarnazione da Conte II. Il primo, quello che fu PdC durante l'approvazione dei decreti sicurezza, quel Conte facciamo finta che non sia mai esistito, giusto? Mi pare questo sia il tacito accordo collettivo, quindi continuiamo).
- Degno di nota per i risvolti comici involontari è l'ulteriore incravattamento dell'un tempo incendiario Di Maio, che pur di non restare fuori da un Parlamento che lui stesso ha contribuito fieramente a rimpicciolire, ora accetta persino di fare accordi con Tabacci.
- Prevedibile il tracollo dei consensi di Salvini, visto che la sua narrazione è stata totalmente assorbita da Meloni e a lui è rimasta principalmente l'abitudine di mangiare pane e Nutella davanti a migliaia di persone con lo stesso spirito di ed intento di certi youtuber che si ingozzano nelle live.
- Meloni, d'altronde, ha rilanciato la palla ancora più a destra ed il filofascismo prima rimasto implicito sullo sfondo di vacue ruspe ha ora occupato la scena di destra anche in termini simbolici, ad esempio con la non-così-timida fiamma missina sul logo di FdI.
- Poi, nell'angolo, si può ancora osservare un Berlusconi selvatico che continua a ciarlare di Ponte sullo Stretto, probabilmente convinto che l'Italia sia ancora ferma agli anni Novanta come Mediaset. Nel frattempo, il suo partito si sbriciola come la brioscina che hai tenuto nello zaino per una settimana e pure le pedine più fedeli (come Gelmini) abbandonano la cara vecchia barca per gettarsi sulla zattera di Calenda.
- Sì, Azione non è che una zattera di bassa qualità (o, come Calenda preferirebbe dicessimo, "il partito di Calenda non è che una zattera di bassa qualità"), ma ha un design che piace alle TV quindi stanno ovunque.
E la sinistra, in tutto questo? Qualcuno potrebbe far notare che ho già citato il PD, ma questo scatenerebbe sul mio viso un amaro sorriso che sono lieto di mantenere distante dalla mia bocca, appiccicato blandamente su un piano ipotetico della realtà che si dissolverà al termine di questa proposizione.
Il problema del voto utile§
L'ho detto altre volte e in vari contesti, ma il PD da almeno un decennio danneggia questo paese: coi suoi menopeggismi, con la retorica del voto utile e dei compromessi al ribasso senza fine è più d'ostacolo alla formazione di una sinistra di quanto non siano i partiti avversari. E questo non perché il PD non sia "abbastanza di sinistra", ma perché non lo è affatto, nonostante si fregi di questa etichetta per ragioni storiche e formali, avendo peraltro cura di preservarla come in salamoia e scuotendo di tanto in tanto il barattolo con qualche battaglia simbolica. Nei fatti, il Partito Democratico assomiglia sempre più all'omonimo partito statunitense: la faccia progressista del Capitale.
Come ha spesso segnalato la giornalista Stefania Maurizi, dai cablo segreti divultati su Wikileaks emerge chiaramente che anche l'ex ambasciatore statunitense Ronald Spogli è dello stesso avviso:
Over the long run, a strong PD is in America's interest because it is a center-left party that isolates the more populist and shrill far-left elements that have consistently been troublesome in center-left governments.
La differenza sta solo nelle conclusioni, perché il contenimento della sinistra in Italia è per lui chiaramente un fattore positivo. Se nel discorso pubblico si prendesse coscienza di avere quasi l'intero arco parlamentare che va dal centro-destra liberale all'estrema destra neo-missina, magari ci sarebbero più teste rivolte a sinistra, anche solo per cercare un'alternativa reale.
Va perciò spezzato il ciclo del voto utile, che ad ogni iterazione spinge la finestra di Overton un po' più a destra, in una spirale discendente che riconferma il ruolo delle politiche liberiste nella coltivazione dei manganelli fascisti. Essendo stata l'Italia il primo laboratorio politico al mondo in cui questo fenomeno è stato sperimentato, dovremmo pure essere stati i primi ad avere imparato la lezione, giusto? Oggi risulta quindi impensabile non solo un voto diretto al PD, ma qualunque voto il PD possa rivendicare come proprio, anche se dato a partitini come Possibile, Sinistra Italiana o Verdi. E questo non solo perché il Rosatellum è una pessima legge elettorale (e quindi c'è il concreto rischio che comunque di questi partiti entrino quattro gatti in Parlamento a prescindere dai voti), ma soprattutto perché al prossimo giro i risultati di queste elezioni verranno utilizzati per dare voce nuovamente ai megafoni dei votoutilisti, i quali ripeteranno che bisogna pensare al meno peggio, che è un'emergenza ecc.
Quella del voto utile è una profezia che si autoavvera o, per metterla in termini più accattivanti, il prevedibile effetto di una nefasta forza iperstizionale. Credo sia giunto il momento di prenderne coscienza e direzionare le nostre iperstizioni nel senso opposto, pure sorvolando su alcune contraddizioni delle formazioni di sinistra nascenti, ma comunque guardando e costruendo fuori dall'area di influenza narcotizzante del PD.
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