Un ringraziamento ed un saluto a Roberto Calasso per aver lanciato radialmente e come giavellotti numerosi parallelepipedi cartacei conosciuti come Adelphi, vettori di idee che occupano non solo lo spazio fisico della mia scrivania, della mia libreria e di molti altri anfratti della mia casa, ma anche un'infinità di volute, circonvoluzioni e viali del mio spazio psichico.

La sua influenza come editore è stata tale da ridefinire il panorama culturale di tutto il Paese ed è chiaro che pure chi dovesse non aver mai sentito il suo nome sarà stato arricchito da almeno qualche frammento della sua vita intellettuale.

A seguire degli spunti sulla sua figura.

Metafisica di una biblioteca§

Una volta, a casa di una ragazza, vidi che aveva i libri ordinati secondo il colore della costola. Non che fosse indice di frivolezza: i libri erano migliaia. Eravamo sul divano e sopra e attorno a me si dipanava un’ampissima ghirlanda iridata, in onde versicolori che andavano dal duraturo bianco dei Supercoralli Einaudi e vecchia Bur al rosa, al rosso, al marròn, di lì all’arancio e poi al giallo, esso pure esteso tra Stile Libero e i “gialli”, appunto, Mondadori, e ancora al verde (non molto rappresentato), al turchese, all’azzurro, al blu, al viola e poi a un’oscura teoria di volumi dalla costola nera. I volumi Adelphi, con le loro variegate tinte pastello, garantivano una perfetta continuità tra i blocchi, senza sbalzi. La cosa mi diede da pensare, giacché, pur amando i libri, mai avevo seriamente riflettuto su come fosse opportuno ordinarli...

(da Un articolo di Vanni Santoni uscito sul Foglio)

La fine di un'era§

La morte di Roberto Calasso è un'onda sismica che si propagherà non solo nell'editoria italiana, ma nel nostro intero sistema culturale, per anni a venire. Un'assenza vastissima che non tarderà a farsi sentire, che cambierà equilibri e panorami di idee, temi, proposte. La scomparsa di una figura così enorme è qualcosa che non può non produrre conseguenze, anche per chi non ha mai letto un suo libro, anche per chi non l'avesse mai sentito nominare prima di oggi. In giro leggo molti post che in qualsiasi altra occasione mi sarebbero sembrati iperbolici, fuori luogo: "è finita un'era", "è finito un mondo". In questo caso è tutto vero e ce ne accorgeremo, credo, ben presto.

(Un post di Luca Pantarotto)

Intervista a Calasso§

«Roberto Calasso è un’istituzione letteraria». Iniziava così la splendida, lunghissime intervista rilasciata alla Paris Review per il numero dell’autunno 2012, in cui Calasso, editore, fondatore, proprietario di Adelphi e scrittore scomparso nella notte del 28 luglio a Milano, ha raccontato sé stesso: dalla storia della casa editrice nata dal progetto di un gruppo quando aveva poco più che 20 anni (era il 1962), alla struttura delle sue giornate, poi le mail che hanno rovinato il suo lavoro, la religione, la percezione di Adelphi da parte del pubblico, prima in un modo e poi in senso opposto. «Lo scorso gennaio, nonostante uno sciopero dei trasporti e un terremoto di prima mattina, ho trovato Calasso seduto dietro alla sua scrivania nella sede Adelphi di Milano, mentre ignorava un vecchio telefono, che lascia squillare una dozzina di volte prima di rispondere», scrive sul loro incontro Lila Azam Zanganeh. «La mattina dopo, abbiamo iniziato l’intervista vera e propria a casa sua, un sobrio ed elegante appartamento nel centro storico della città che ospita una parte della sua famosa collezione di libri, tra cui le prime edizioni di Spinoza e Giordano Bruno e i numeri della rivista di Karl Kraus, Die Fackel». Di quell’intervista, a seguire, abbiamo raccolto alcuni dei passaggi più belli.

(da un articolo di Rivista Studio)

EDIT: 01 Agosto 2021

Le superficialità insultanti di Odifreddi§

l'articolo cartaceo di Odifreddi

Odifreddi emerge dal buco di una pagina di quotidiano e comincia a sputare in aria sentenze con una frequenza di fuoco che Kuzco delle follie dell'imperatore si sognerebbe la notte. Ispirato da un post piuttosto vergognoso scritto da Cacciari ed Agamben qualche tempo fa, ma forse ancora più intrigato dall'idea di parlar male dell'appena defunto Calasso per il solo piacere di fare il bastian contrario, dice di quest'ultimo "che infiniti lutti addusse" per la sua attività editoriale in Adelphi, colpevole di avere inquinato la cultura italiana con buone dosi di sospetto nei confronti della scienza. Non si tratta di un'interpretazione personale delle sue parole: nel titolo sono già presenti gli imputati e l'accusa: "Cacciari, Calasso e gli antiscienza".

Come fa giustamente notare Roberto Paura, "Parliamo di un editore che ha pubblicato premi Nobel come Richard Feynman, Leonard Susskind, James Watson (prima che si rimbambisse), Konrad Lorenz, insieme a giganti come Oliver Sacks, David Quammen, Luigi Cavalli-Sforza, John Bell, Carlo Rovelli, Martin Rees, Edward O. Wilson, Sean Carroll, Douglas Hofstadter, Rudy Rucker. Gente al cui confronto Odifreddi appare per quella nullità che è: forse per questo ce l'ha tanto con Adelphi".

Qui l'articolo sulla Stampa

Libri unici§

Prima di cercare di capire cosa siano i fantomatici​ libri unici ​di Adelphi è necessario farsi accompagnare da Roberto Calasso al tempo in cui la casa editrice era solo un progetto, un’idea allora animata più che dallo stesso Calasso, a quel tempo ventenne, da uno dei personaggi più misteriosi e col senno di poi possiamo dire influenti dell’editoria italiana del Novecento: Roberto Bazlen. Così ne parla Calasso e riferendosi a lui, come vedremo, sembra riferirsi alla forma stessa che avrebbe avuto il catalogo della casa editrice...

Da un articolo di Federico di Vita su Kobo

La forma numerica di Adelphi§

Un'analisi statistica dell'attività della casa editrice. Post citato nel precedente articolo ma che riporto qui perché potrebbe interessare a chi non avesse avuto voglia di aprire il link precedente.

Post su Medium di Andrea Zanni