Un diamante è per sempre, recita lo slogan che è stato in grado di trasformare nel giro di qualche anno un meraviglioso materiale in un meraviglioso materiale, ma molto più costoso.

Un diamante, infatti, potrebbe essere raccontato in molti modi: potrebbe essere a malapena citato e fungere da MacGuffin per un film d'azione, potrebbe essere descritto feticisticamente in funzione della sua lucentezza, la quale sarebbe metafora d'un amore infinito in un romanzo rosa, o meglio, la metafora d'un amore finito ma molto grande, un amore la cui dimensione sarebbe invero direttamente proporzionale alla capacità economica dell'acquirente e quindi alla sua dedizione alla causa della conquista dell'oggetto amoroso, nonché al mito della conquista e alla mito dell'oggetto amoroso. Oppure (e qui concludo con una lista virtualmente molto più lunga) potrebbe essere descritto a partire dalla sua struttura carboniosa tridimensionale. Ebbene, i ricercatori dell'Università di Tsukuba si sono spinti anche oltre e ci hanno descritto un diamante alternativo in funzione della sua struttura carboniosa ipotetica.1

Utilizzando calcoli in DFT, infatti, Yasumaru Fujii, Mina Maruyama e colleghi hanno calcolato che il cosiddetto pentadiamante (in figura) avrebbe una maggiore durezza del diamante tradizionale, ma non solo: sarebbe anche dotato di migliori proprietà da semiconduttore, possibilmente utili nella realizzazione di display o altri dispositivi elettronici. A causa della maggiore larghezza delle cavità nella struttura cristallina, il pentadiamante sarebbe anche un terzo più leggero del diamante tradizionale. Non resta che armarsi di catalizzatori (si ipotizza al nichel) e reagenti e sintetizzarlo.2


Cover: In a pentadiamond, some carbons (black) are bonded to four other atoms, while others (gray) are bonded to three. | Credit: Adapted by c&en from Physical Review Letters