Estinzione
A quanto pare qualcuno ha imbottito un ananas di tritolo1 e l'ha dato in pasto a un elefante.
Questo elefante pare fosse di sesso femminile e, per giunta, pare che aspettasse un figlio.
Neanche a dirlo, l'elefante è morto, il feto pure.
I fatti si sarebbero svolti in India.
Nonostante io abbia impiegato solo quattro righe per descrivere la scena, qualunque mammifero in grado di leggere si sentirebbe male ad immaginarla. Personalmente, ad esempio, faccio fatica anche solo a concepire il grado di sofferenza di un qualunque animale costretto a vivere un trauma del genere, a prescindere dal grado di antropizzazione che gli viene conferito ipotizzandone gli ultimi pensieri o le preoccupazioni per il figlio. Ciò che mi dà da pensare è perché questo genere di racconti si accompagnino sempre alla narrazione secondo la quale l'uomo meriterebbe l'estinzione.
Davvero, non c'è volta in cui, parlando di violenza sugli animali, non ci sia qualcuno pronto a riscrivere da qualche parte intorno all'articolo una postilla al signore delle mosche: pare ovvio che l'uomo sia nato in funzione del male che compirà in vita; l'uomo è per sua natura malvagio. Facile sillogismo vuole che meriti l'estinzione.
Non ci tengo a sottolineare l'ipocrisia di chi dice una frase del genere, ma poi magari acquista delle lampade UV per friggere ogni microbo che per sua sfortuna volesse sostare sull'ingresso di casa, perché ovviamente il discorso vuole essere iperbolico, quindi sarebbe una critica miope.2
Però.
C'è un però.
Non credete che questa forma di commenti generi sempre lo stesso tipo di reazione autoassolutoria?
Il genere umano dovrebbe cessare di esistere perché è una catastrofe per ogni forma di vita... Ma sai che pensavo? Oggi voglio andare a cena in quel ristorante lì, sì, quello che ti dicevo l'altro giorno.
Basta una frase, un po' di empatia sincera (non lo metto in dubbio) e poi tutto scivola via come acqua in tubi di polivinilcloruro.
Piuttosto chiedo: disponiamo, in qualità di esseri umani, di strumenti che ci consentano di minimizzare la sofferenza animale? Possiamo metterne a punto di nuovi? Cosa dobbiamo fare per non aiutare la natura a disseminare morte e dolore in ogniddove? Non sarebbero queste delle domande più efficaci?
Magari potremmo anche finire col riconsiderare il dolore dei membri di altre specie, oltre che di quelle di cui conosciamo trasposizioni animate della disney.
P.S. pare che l'ananas incriminato non fosse stato intenzionalmente dato in pasto all'elefante, ma che fosse diretto a dei cinghiali pericolosi per dei raccolti (o qualcosa del genere). Se questa è pratica comune per tenere a bada i cinghiali e le cose fossero andate come previsto, tutti i discorsi votati all'autoestinzione li avremmo recitati lo stesso?
In realtà non so se fosse tritolo o meno, scrivo per antonomasia 2: In caso il discorso sull'estinzione non fosse per voi iperbolico, potrebbe interessarvi Benatar ed il movimento antinatalista. Just sayin'
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