Sulfamidici e nitrofurantoine teratogeni?
Esistono studi che mostrano una correlazione tra l'uso di nitrofurantoine, sulfamidici e malformazioni congenite; e questo è un fatto; la loro esistenza, si intende. Sull'affidabilità dei dati di questi studi, invece, non si è poi tanto convinti, poiché i risultati sono stati raccolti in maniera un po' confusionaria e tale confusione si riflette sui numeri.
Premessa: così come con qualunque tipo di paziente, gli #antibiotici dovrebbero essere prescritti alle #donne incinte solo per l'uso indicato e per la minor quantità di tempo possibile. E fin qui siamo tutti d'accordo. Poiché gli antibiotici sono comunemente prescritti alle donne in gravidanza, vi è una considerevole quantità di dati farmacoepidemiologici utili a rintracciare possibili connessioni tra malformazioni congenite e l'uso degli antibiotici stessi.
Questo dibattito va avanti da quasi dieci anni. Nel 2009, infatti, Crider e colleghi pubblicarono uno studio di questo genere, facendo riferimento ai dati del National Birth Defects Prevention Study. In questo studio risultò una correlazione statistica rilevante tra le malformazioni e l'assunzione di due classi di farmaci utilizzati principalmente per le infezioni del tratto urinario; parliamo - appunto - di sulfamidici e nitrofurantoine.
Nonostante fosse uno studio di vasta portata, bisogna riconoscere che fu soggetto a numerose limitazioni. Innanzitutto risentiva di errori di carattere mnemonico, poiché le donne furono interrogate sul loro uso di antibiotici solo dopo la gravidanza e non durante. In secondo luogo, la prescrizione degli antibiotici non è stata confermata dalla documentazione medica; approssimativamente il 35% dei pazienti non riusciva nemmeno a ricordare il nome esatto del farmaco assunto. Inoltre, proprio a causa della natura "osservazionale" dello studio, non è stato possibile discriminare tra i casi in cui la malformazione poteva essere dovuta all'uso di antibiotici in sé o all'infezione per cui l'antibiotico fu prescritto o, ancora, ad altre complicazioni contemporaneamente presenti. Studi ulteriori, esaminando la stessa correlazione tra antibiotici e malformazioni, hanno confermato la tesi di questo primo studio, mentre altri - semplicemente variando il metodo epidemiologico utilizzato - non hanno trovato traccia alcuna di potenziale rischio fetale connesso all'esposizione.
Quindi che si fa? Durante il secondo ed il terzo trimestre di gravidanza, dovrebbe essere possibile utilizzare sulfamidici e nitrofurantoine come farmaci di prima scelta per il trattamento e la prevenzione delle infezioni al tratto urinario e altre infezioni i cui agenti risultino sensibili al trattamento. Prescrivere sulfamidici e nitrofurantoine nel primo trimestre è comunque considerato appropriato quando non vi sono altre alternative possibili. È lecito che alle donne gravide sia consentita l'assunzione di questi farmaci se necessario, perché le infezioni non trattate sono potenzialmente più pericolose e portano comunemente a seri pericoli per la donna stessa o a complicazioni fetali.
Fonti:
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