Un computer quantistico è potenzialmente in grado di risolvere problemi inaffrontabili per un computer classico, ma costruirne uno su larga scala è un'impresa non da poco a causa degli errori e del rumore intrinsecamente presenti nella pratica di sistemi quantistici non ideali.

Un approccio per affrontare questa sfida si ispira ad una strategia ingegneristica sfruttata frequentemente in natura per costruire efficacemente sistemi complessi: la modularità.

Secondo questo approccio la complessità e l'incertezza viene gestita assemblando componenti piccoli e specializzati in un'architettura più ampia. Lo sviluppo di un'architettura modulare, in cui sistemi quantistici separati sono interconnessi tra loro mediante una rete di canali di comunicazione, prevede che si debba essere nelle condizioni di controllare l'entanglement (a tutti gli effetti una forma di teletrasporto di informazioni tra uno sistema quantistico ed un altro distante) operato dal cosiddetto entangling quantum gate; questo svolge circa la funzione di un transistor (o meglio di una porta logica) in un computer classico e si configura quindi per forza di cose come strumento essenziale per garantire il funzionamento del computer quantistico nella sua interezza. Ma fino a qualche giorno fa non si erano ancora visti paper in cui ricercatori dimostrassero di poter gestire e sfruttare questo fenomeno in maniera deterministica, cosa in cui invece sono riusciti gli autori di questa ricerca, i cui risultati potrebbero essere (e sicuramente saranno) importantissimi per i successivi sviluppi di questa tecnologia.

Così come in informatica classica le porte logiche sono fondamentali, poiché permettono di realizzare delle operazioni logiche su gruppi di variabili booleane e cioè ci consentono di fare matematica coi segnali elettrici, così, transitando dai bit ai qubit, gli entangling quantum gate sono imprescindibili per la costruzione di un calcolatore quantistico, poiché ci consentono di fare matematica con degli stati quantici (o meglio EPR). Questo team del Dipartimento di Fisica di Yale ha messo a punto per la prima volta un sistema in grado di gestire in maniera deterministica l'entanglement dei quantum gate in tempo reale, superando così un altro ostico ostacolo che ci separava dalla costruzione di un computer quantistico funzionante su larga scala.