Ha senso arricchire isotopicamenete un composto per migliorarne le prestazioni farmacologiche? Sì, ma non spesso. O meglio capita in circostanze più uniche che rare, tant'è che il primo farmaco deuterato è stato approvato dall'#FDA solo l'anno scorso e non si è trattato di una rivoluzione per la farmacoterapia. L'attivo in questione è la tetrabenazina, identificato per la prima volta già 50 anni fa.

Teva ha però vinto l'approvazione di Austedo (questo il nome commerciale della deutetrabenazina), che rispetto al predecessore mostra prettamente un miglioramento nella #farmacocinetica, cioè un'emivita maggiore dovuta alla presenza del deuterio sei.

Il farmaco viene utilizzato per trattare contorsioni e fremiti nei pazienti che soffrono di corea di Huntington. Il meccanismo (di entrambi) consiste nel bloccare un trasportatore vescicolare che regola il tono dopaminergico. Entrambi i farmaci rappresentano più che altro un palliativo dato che nessuno dei due è in grado di curare la malattia. Sono del resto così simili che non ci sono problemi nemmeno nel passare dall'uno all'altro semplicemente cambiando pillola dal giorno alla notte.